Lettera della Dirigente Scolastica a "Il Corriere della Sera"
La Dirigente Scolastica invia una lettera alla Ministra dell’Istruzione tramite Il Corriere della Sera.
Gentile Ministra Lucia Azzolina,
le scrivo in questo momento così difficile per il nostro Paese e per la nostra scuola.
Non ho condiviso molte delle sue scelte e lo faccio a viso aperto e con la consapevolezza e l’esperienza di chi sa che spesso le donne in politica sono attaccate più per l’essere donne che per la sostanza di ciò che fanno. Non ho condiviso l’utilizzo dei soldi pubblici per l’acquisto di banchi e quella di attuare fin da quest’anno scolastico le Graduatorie Provinciali per l’attribuzione delle supplenze. Nella scorsa legislatura ho presentato io più volte la proposta di istituire le GPS (sempre respinta dal suo partito).
La scuola aveva e ha bisogno di altro: meno studenti per classe, più personale, aumento di trasporti dedicati, infrastrutture digitali e soprattutto di docenti motivati che ora, in questa situazione, continuino a venire a scuola, dando agli studenti un po’ di normalità.
Su una cosa, però, le do ragione: la scuola deve rimanere aperta, come avviene in Inghilterra, Francia, Germania e in altri paesi. La scuola è un punto di riferimento importante e la perdita di presenza sociale e cognitiva, che la didattica solo a distanza porta con sé, è un prezzo troppo alto da pagare per il futuro dei nostri studenti, futuri cittadini. La scuola non può pagare ancora l’incompetenza di chi non ha saputo pensare al problema dei trasporti o ha voluto riaprire tutto troppo in fretta.
La scuola deve rimanere aperta: il rischio, più alto di quello sanitario, è perdere tanti ragazzi , soprattutto gli studenti diversamente abili e i più fragili o quelli che hanno alle spalle genitori con uno stato socio culturale basso. Il rischio è di perderli e di abbandonarli al loro destino.
Un Professore universitario del Politecnico di Milano, sabato, ci ha riportato le parole del Rettore Resta: si farà tutto ciò che ci diranno di fare, ma ha ricordato che il Politecnico di Milano non è stato chiuso neanche durante la guerra. E io aggiungo: neanche le scuole!
Da dirigente scolastica e politica, quale sono stata, Le chiedo di continuare la battaglia affinché le scuole rimangano aperte. E abbia cura affinché Stato e Regioni non emanino provvedimenti la domenica sera per il lunedì mattina, creando disorientamento nelle famiglie e nelle scuole.
Elena Centemero, Dirigente Scolastica IIS Vanoni